PILLOLA DEL GIORNO




Si sono da poco sorteggiati i quarti di Champions League, decretando quali saranno le sfide che opporranno le migliori 8 squadre europeedi questa stagione.

Ma prima vediamo come si è evoluta la geografia del calcio, a un anno di distanza.
A raggiungere i quarti della Champions League 2013-2014 sono 3 spagnole, 2 tedesche, 2 inglesi e 1 francese.
Quali sono le cose da notare?
-Meno varietà rispetto alla scorsa stagione: si passa da 5 a 4 paesi rappresentati;
-Spagna e Germania si confermano fra le nazionali più rappresentate;
-Torna l'Inghilterra, che l'anno passato non era riuscita a portare alcuna squadra ai quarti.

Questi gli accoppiamenti scelti per la coppa dalle grandi orecchie:

Barcellona-Atletico Madrid
Derby spagnolo dal grande fascino. Il Barcellona non sembra più quell' "envincible armada" di un paio di anni fa, e i colchoneros di Simeone stanno vivendo una delle loro migliori stagioni da molti anni a questa parte.
Le due formazioni si affrontano sul palcoscenico reale del calcio europeo per la prima volta. In Liga, la sfida del girone di andata terminò 0-0. In attesa del ritorno, che potrebbe essere fondamentale per assegnare il titolo, c'è in palio il passaggio alle semifinali di Champions. Dove, a questo punto, ci sarò sicuramente almeno una spagnola:settima volta di fila, e negli anni 2000 fanno 13 su 15. Impressionante.


Real Madrid-Borussia Dortmund
Per la serie "corsi e ricorsi della storia", i Blancos ritrovano ancora i terribili ragazzi di Jurgen Klopp a sbarrargli la strada verso la conquista della decima Coppa Campioni.
L'anno scorso i tedeschi infransero i sogni di gloria madrilena in semifinale.
Ad Ancelotti il compito di fare quello che a Mourinho non è riuscito: eliminare i gialloneri di Dormund, e battere una tedesca in un turno eliminatorio di Champions League.


Paris Saint Germain-Chelsea
Parlando di Mourinho, questi se la dovrà vedere contro la squadra più in crescita a livello europeo degli ultimi anni. Il PSG, eliminato l'anno scorso ai quarti per uno sciagurato doppio pareggio contro il Barcellona, cerca la consacrazione in terra europea. Il Chelsea vuole invece continuare a cullare il sogno di poter vincere il terzo trofeo continentale di fila (dopo l'accoppiata Champions League 2010-Europa League 2011).
L'ultima volta che le due formazioni si sono incontrate nella massima competizione di club è stato 9 anni fa. Nell'edizione 2004-2005, i parigini terminarono ultimi nel loro girone, pareggiando 0-0 a Stamford Bridge e perdendo in casa per 3-0. Anche allora, sulla panchina dei Blues c'era Josè Mourinho, alla sua prima stagione nella capitale inglese. Ma quello era tutto un altro PSG: En guarde, Special One.


Manchester United-Bayern Monaco
Tanta fatica per nulla.
Scommetto che molti tifosi United l'avranno pensato, dopo il sorteggio capitato agli uscenti campioni di Premier League. La squadra di Moyes non ha il tempo di festeggiare l'impresa contro l'Olimpiakos, che si ritrova a riflettere su quello che è probabilmente il peggiori abbinamento che gli potesse capitare. Contro il Bayern di Guardiola, autentica macchina da guerra (se posibile ancora più temibile della squadra che sotto Heynckes vinse tutto l'anno scorso), servirà un autentico miracolo.
L'ultima volta che tedeschi e inglesi si sono affrontati era nell'anno del Triplete interista (il che mi fa calare una lacrimuccia di nostalgia, dovendo constatare l'assenza di italiane quest'anno nelle prime 8 di Champions). Allora fu una prodezza di Robben che sbilanciò verso Monaco l'esito di un incontro molto equilibrato. E come non ricordare l'incredibile finale 1999, con lo United capace di spezzare i cuori di migliaia di tifosi biancorossi ribaltando la finale negli ultimissimi minuti dell'incontro?

Beh, quelle sfide sembrano anni luce lontane adesso: di equilibrio, fra Manchester United e Bayern Monaco, ce n'è rimasto davvero poco.

mercoledì 19 marzo 2014

SAMUEL ETO'O: UN "VECCHIETTO" CUOR DI LEONE





Ieri sera il Chelsea è rIuscito a respingere l'attacco dell'armata turca di mister Mancini, e ad approdare ai quarti di Champions League per la settima volta in 10 anni.
Ma Mourinho, nel superare il Galatasaray ammazza Juve (ma che aveva già fatto fuori l'anno scorso alla guida del Real Madrid),  ha da ringraziare Samuel Eto'o, autore della prima rete nel 2-0 di Stamford Bridge. 
Già, il tempio del calcio Blues, dove la stessa coppia Samuel-Josè aveva trionfato 4 anni fa, nel cammino verso la terza Coppa Campioni nella storia dell'Inter.
Da allora tantissime cose sono cambiate, ma per il camerunense il tempo sembra essersi fermato.
Andiamo dunque a vedere i numeri più interessanti del quadriennio che ha portato Eto'o a ricongiungersi con lo Special One.

INTER: DAL TRIONFO ALL'ADDIO



Samuel Eto'o è stato uno degli uomini più decisivi nell'anno del Triplete interista.
Arrivato in uno degli scambi più azzeccati dell'era Massimo Moratti (venduto Ibrahimovic al Barcellona per oltre 40 milioni più il bomber africano) ha saputo inserirsi alla perfezione nei meccanismi del mago di Setubal. Il contributo maggiore l'ha forse dato col suo lavoro di sacrificio come terzino aggiunto, ma ha saputo comuque tenere buone percentuali in attacco: in 48apparizioni Eto'o porta alla causa 16 reti assist.
L'anno dopo vive la travagliata stagione post Mourinho. Sotto Benitez prima, e Leonardo poi, dà l'impressione di essere un faro luminoso in una squadra che si sta perdendo all'ombra dei fasti della primavera 2010. Torna a fare l'attaccante a tempo pieno, e si vede: in 53 incontri gonfia la rete 37 volte e fornisce 15 assist. Statistiche più che raddoppiate.
Ma poi arriva l'offerta a cui non si può rinunciare, come direbbe Don Corleone. Il milionario Sulejman Kerimov lo vuole per fare grande il suo Anzhi, e gli offre un contratto stellare da 20,5 milioni a stagione(rendendolo il giocatore di calcio più pagato del pianeta all'epoca).
E così, Eto'o saluta Milano. Direzione: Russia.

ANZHI: UNA CORSA SULLE "MONTAGNE RUSSE"




Il 3 volte pallone d'oro africano entra a far parte di un progetto che vuole ricalcare i successi di club come Chelsea e Manchester City, dove ingenti quantità di denaro hanno portato alla creazione di corazzate del calcio.
Purtroppo, come è successo anche all'esperimento Malaga, la squadra del Daghestan vede andare a picco i propri sogni di gloria.
Dopo 2 stagioni passate a buoni livelli (36 gol in 73 partite), Eto'o diventa uno di quei contratti pesanti di cui la formazione russa deve liberarsi nel suo inevitabile processo di ridimensionamento.
Ed è qui che rientra in gioco lo Special One: andatosene da Madrid per aprire il suo secondo capitolo al Chelsea, vede la grande opportunità di riabbracciare un suo fedelissimo, e la coglie.

CHELSEA: IL RITORNO DEGLI "SPECIAL TWO"



La squadra di Roman Abramovic viene da una stagione agrodolce: riesce ad agguantare il piazzamento Champions solo al termine di una grande lotta  tutta londinese con Arseal e Tottenham, soffre l'umiliazione di uscire dalla Champions nella fase a gironi (mai successo, dall'introduzione della formula attuale, ad una detentrice del titolo) ma poi cavalca l'Europa League fino alla finale contro il Benfica e la vittoria del trofeo.

Con il ritorno di Mou e l'arrivo di Eto'o si riforma la grande coppia del 2010 nerazzurro.
Il primato in Premier e i quarti della massima competizione europea indicano che per ora la strada imboccata è quella giusta.
Ma come se la passa il 33enne Eto'o ? Finora, in 30 match, si contano 10 reti e 6 assist. 
Un po' pochini dite? 
Beh, per ora la media realizzativa 2013-2014 è in perfetta linea con 4 anni fa: oggi come allora, il camerunense mette a segno 1 gol ogni 3 incontri. Non male, per questo "vecchietto" del calcio.

Per chiudere, uno sguardo al futuro....

INTER PARTE II?

Dopo l'incontro di ieri, Eto'o ha lanciato parole di amore verso la Milan interista, aprendo ad un possibile bis in nerazzurro.
A decidere, chiaro, dovrà essere Thohir e non Moratti, ma chissà che al tycoon indonesiano non venga la voglia... 

lunedì 17 marzo 2014

DOMENICA BESTIALE!




Ciao a tutti!
Da oggi, dedicherò la Pillola del giorno del Lunedì ad una nuova sezione:DOMENICA BESTIALE!

Analizzerò i numeri di tre grandi match domenicali, e vi svelerò tutte le curiosità attorno a queste sfide.

Per cominciare, oggi guardiamo a queste partite:

-Manchester United-Liverpool
-Barcellona-Osasuna
-Milan-Parma


MANCHESTER UNITED-LIVERPOOL 0-3

L'anno scorso i cugini del Manchester City venivano sbeffeggiati per essere riusciti a completare una delle peggiori difese del titolo di Premier League della storia. Il campionato dei Red Devils, campioni in carica, assume quindi un che di "karmatico": dopo la batosta di ieri pomeriggio, Moyes si trova a 18 punti dalla vetta. Chance di confermarsi: prossime allo zero.

Certo, sulla sconfitta di ieri pesano i 3 rigori assegnati agli ospiti (mai successo prima d'ora all'Old Trafford), ma è un'altra la statistica a riflettere la pessima prestazione dello United: 0/4 tiri nello specchio (contro il 6/12 del Liverpool).

Per gli uomini di Brendan Rogers si tratta dell'ennesima conferma in una grande stagione, ma non solo. Per capire la portata dell' impresa in casa United, basta ricordare che l'ultimo 0-3 rifilato ai Red Devils risale a 36 anni fa (26/12/1978).
Un anno fa, a questo punto della stagione, la distanza fra le due squadre era di 29 a favore dei futuri campioni; oggi, questi si trovano 14 punti indietro.


BARCELLONA-OSASUNA 7-0

Ma quale crisi? La squadra fa eco alle parole della sua stella Leo Messi, e dimostra con una larga vittoria che per la Liga loro ci sono, eccome.

Il dominio Barca traspare dal suo marchio di fabbrica, il possesso palla, anche ieri su livelli altissimi: 70%. Ormai non si sorprende più nessuno.

Come è una non-notizia l'ennesimo record infranto dalla "Pulce": con la tripletta di ieri Messi è salito a quota 371 reti col Barcellona, divenendo il miglior marcatore di sempre nella storia del club. E con questo il numero di record dell'argentino raggiunge una cifra spaventosa: 64.

Secondo 7-0 della stagione per i ragazzi di Martino, dopo quello rifilato al povero Levante alla prima giornata.
Per l'Osasuna, beh, l'ennesima imbarcata al Camp Nou. L'ultimo trionfo non è poi così lontano (23 maggio 2009, Barcellona-Osasuna 0-1), ma da allora sono arrivate 5 sconfitte, con un bilancio di 24 gol subiti a fronte di 1 segnato.

MILAN-PARMA 2-4

Seedorf forse se l'era sentita.
Alla vigilia, il mister olandese aveva voluto deviare l'attenzione di tutti dai risultati presenti della squadra, ma questo presente esiste e non è bello. Per niente.
Il Milan è in pieno Inferno: 11esima sconfitta in campionato, la terza di fila (neppure con Allegri si era arrivati a tanto). Erano 18 anni che il Milan non perdeva in casa col Parma (22/12 /1996, Milan-Parma 0-1). Peggio ancora: erano 75 anni che il Milan non subiva un 2-4 tra le mura amiche (7/1/1939, Milan-Triestina 2-4).

Il Parma, invece, è in Paradiso: allunga a 16 la striscia di risultati utili consecutivi, mette 5 punti fra sé e la settima (Lazio, a quota 41) e si tiene in scia di Inter e Fiorentina (rispettivamente a 47 e 48 punti).
Rispetto all'anno scorso, i ducali hanno 11 punti in più: un margine di miglioramento che vuol dire salvezza più che acquisita e un sogno che si avvicina a grandi passi: il ritorno in Europa.


sabato 15 marzo 2014

THEO WALCOTT: RECORDMAN IN ATTESA DELLA CONSACRAZIONE MONDIALE





Cari lettori, oggi la Pillola del giorno festeggia con un giorno di anticipo il compleanno di uno dei giocatori più talentuosi nel panorame europeo: Theo Walcott.

L'ala offensiva inglese, nata il 16 marzo 1989 a Londra, compirà domani 25 anni. Un quarto di secolo, un buon momento per valutare la crescita del ragazzo e il cammino fin qui percorso.

RAGAZZO PRODIGIO

Stando ad una classifica stilata nel 2013, Walcott risulta essere uno dei calciatori più veloci al mondo (quinto con 32,7km/h; in testa troviamo Antonio Valencia con 35,1km(h).
Non sorprende quindi che la stellina inglese sia stata capace di bruciare le tappe, ed imporsi al grande calcio in tempi lampo.
Fin da quando era poco più di un teenager, Walcott si fa notare: prima nel Newbury e nello Swindon Town (squadra finita sotto i riflettori in Italia per essere stata la prima tappa di Paolo di Canio nella sua carriera da allenatore), poi nel Southampton.

 Qui, dalla stagione 2004-2005, comincia a collezionare risultati (trascina la squadra alla finale di FA Youth Cup contro l'Ipswich) e record: giocatore più giovane a giocare nelle riserve della formazione di Hampshire (a 15 anni e 175 giorni); giocatore più giovane a debuttare con il Southampton in Premiership (16 anni e 143 giorni). 

Non male, per il buon Walcott.

ARSENAL: THEO TRA I GRANDI

Con la squadra di Arséne Wenger per Walcott arriva la definitiva promozione nella top class del calcio mondiale. E, tanto per non perdere il vizio, anche nel suo anno di debutto coi Gunners raccoglie nuovi record: il debutto in Champions contro la Dinamo Zagabria gli vale il primato come giocatore (indovinate?) più giovane a calcare il palcoscenico europeo del pallone (titolo che prima apparteneva a Cesc Fàbregas e che gli verrà tolto successivamente da Jack Wilshere: tutti e tre giocatori dell'Arsenal, il che la dice lunga sulla politica portata avanti da Wenger).
Non prima, però, di aver lasciato il suo marchio con i "Tre Leoni": il 30 maggio del medesimo anno esordisce con la nazionale nel match contro l'Ungheria, divenendo il giocatore "meno vecchio" (scusate, non ce la faccio a ripetere ancora la stessa definizione) ad indossare la casacca inglese.

Da quel 2006, Theo ha raccolto 281 presenze e messo a segno 69 reti: una media di 1 gol ogni 4 incontri.

Attualmente, Theo Walcott starebbe giocando la sua ottava stagione con la squadra del nord di Londra. 
Starebbe appunto, perché un brutto infortunio rimediato nei quarti di FA Cup contro gli arcirivali del Tottenham lo ha allontanato dai terreni di gioco, che non vedrà per almeno sei mesi.
Risultato? Stagione finita e ciao ciao mondiale in Brasile.

Ed è qui che vi volevo: Theo Walcott è un giocatore che ha avuto una crescita esponenziale, ai limiti del vertiginoso, ha raggiunto in fretta la Premier League e la nazionale. Eppure….

TABU' MONDIALE

….Eppure Walcott deve ancora sfatare un suo personale record negativo: tre edizioni dei mondiali di calcio si sono disputate da quando è entrato nel giro della nazionale, ma la casella  "match giocati nel torneo" segna ancora mestamente quota 0. 
Nel 2006 la convocazione arrivò, ma Hodgson tenne il giovar rampante fisso in panca, anche quando si infortunò Michael Owen; Sudafrica 2010 vide Fabio Capello escluderlo dalla lista, e ora ci si mette di mezzo un crociato da riparare.

Di tempo Walcott ne ha, anche se per i Mondiali in Russia del 2018, a 29 anni, non sarà più tanto giovane. 

Intanto, che si goda il suo quarto di secolo: Happy Birthday Theo!


venerdì 14 marzo 2014

IL VERO SUPERMARIO? E' QUELLO DI FIRENZE




La settimana di coppe ci ha regalato conferme, in positivo e in negativo. Per un Milan che esce mestamente dalla Champions League, c'è una Fiorentina che blocca la capolista Juventus sul suo campo e tiene più che aperto il discorso qualificazione.

In queste due vicende, due figure spiccano nitide: Mario Balotelli eMario Gomez.

WHY NEVER YOU?

Il Balo nazionale ha dimostrato ancora una volta di non saper essere decisivo nei momenti che più contano.
90 minuti aridi al Calderon di Madrid, in cui non ha saputo incidere quando più il Milan ne aveva bisogno. Per di più, lasciandosi prendere dal solito nervosismo (il giallo rimediato per proteste ne è la dimostrazione, come è la prova di una maturità non ancora raggiunta: in caso di passaggio del turno, infatti, l'ammonizione avrebbe fatto saltare a Balotelli la gara d'andata dei quarti).

Scaliamo di una competizione, dalla Champions all'Europa League, ma saliamo di livello.

GOMEZ C'E'

Nella supersfida fratricida fra Juventus e Fiorentina, il pubblico ha avuto la conferma del ritorno, tanto tanto atteso, di un campione: SuperMario Gomez.
Siamo al 67': la Fiorentina è sotto, Montella lo lancia nella mischia e il centravanti tedesco non si fa pregare: gli bastano 11 minuti per prendere le misure, farsi trovare pronto ed infilare Buffon per il definitivo 1-1. 

Un gol che potrebbe risultare pesantissimo, nelle dinamiche del doppio confronto.
Un calvario durato 5 mesi il suo, ma che sembra definitivamente alle spalle.

La differenza sta tutta qui: entrambi erano chiamati a fare la differenza, ma solo un SuperMario ha risposto presente. Chissà se i milanisti avranno la pazienza per attendere il proprio...

CASO MANCHESTER CITY: QUANDO SPICCHERAI IL VOLO ANCHE IN EUROPA?



La due giorni di Champions League ha confermato i risultati dell'andata: nessuna delle squadre sconfitte in casa è riuscita a ribaltare il risultato, e così a qualificarsi ai quarti sono state Atletico Madrid, Bayern Monaco, Barcellona e Paris Saint Germain.

Ma se per i blaugrana si tratta della settima volta consecutiva ai quarti della massima competizione europea, per i citizens si tratta di una nuova eliminazione precoce in campo europeo. L'ennesima, da quando la squadra ha ripreso a giocare in Europa.

Quando lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan prese possesso del club nel 2008, dichiarò che sarebbe stata sua intenzione far diventare il Manchester City una delle società più importanti d'Europa. Quali sono stati i risultati finora raccolti?

FRA I CONFINI NAZIONALI: IL RITORNO ALLA GLORIA 



Dal 2008 a oggi, il Manchester City è cresciuto in modo costante. La squadra, prima sotto la guida di Mark Hughes, poi di Roberto Mancini, è passata dal 10° posto della stagione 2008-2009 alla conquista della Premier nel maggio 2012. 

Fa eccezione proprio la stagione susseguente, in cui si rese protagonista di una delle peggiori difese del titolo di Premier, finendo dietro ai nuovi campioni e cugini del Manchester United di ben 11 punti.

Ma comunque, i Citizens si sono stabiliti fra le maggiori potenze in patria, avendo impreziosito la propria bacheca anche di una FA Cup, una Community Shield e una Coppa di Lega.

E fuori dai confini nazionali?

EUROPA: DA "BIG" A "BELLA INCOMPIUTA"


I veri problemi cominciano qui: dal 2010, il Manchester City ha raccolto una partecipazione all'Europa League e tre alla Champions League. Risultato? Mai superato gli ottavi (fuori contro la Dinamo Kiev nel 2010 al secondo turno ad eliminazione diretta; addirittura eliminata nella fase a gironi nel 2011 e 2012; due volte battuta nel confronto recente con il Barcellona).

E allora viene da chiedersi: cosa manca a questa squadra per poter fare il salto di qualità e permettergli, come profetizzava nel 2008 Mansur, di entrare a far parte dell'elite del calcio europeo?

6 anni dopo, e con tanti investimenti alle spalle, pare che i dirigenti del club non siano ancora giunti ad una risposta.



E voi, cosa ne pensate?


mercoledì 12 marzo 2014

GIORNALE DEL FUTURO: COME FINISCE LA SERIE A?





Di tutti gli sport, il calcio si può annoverare fra i più imprevedibili.
 “La palla è rotonda“, viene detto spesso, e i rapporti di forza si trovano in più occasioni a venire ribaltati dal risultato finale. Il quale, in serie A soprattutto, sembra essere l’unica cosa che conta alla fine dei giochi.

Ma a me piace giocare con i miei amici numeri, e allora perchè non provare a vedere che storia del calcio la statistica ci potrebbe permettere di disegnare?

Analizzando l’andamento delle 20 squadre di serie A nel loro girone di ritorno, ho calcolato quello che, approssimativamente, risulterebbe il loro punteggio al termine della stagione.
Beh, le sorprese non sono certo mancate....


Chiudete gli occhi, e catapultatevi al 18 maggio 2014. Si è da poco concluso l’ultimo valzer di partite del campionato 2013-2014, e tutti i verdetti sono stati emessi. E allora, diamo un’occhiata alla classifica finale:


POSIZIONE
SQUADRA
PUNTI
POSIZIONE
SQUADRA
PUNTI
1
Juventus
100
11
Genoa
52
2
Roma
82
12
Verona
51
3
Napoli
73
13
Torino
50
4
Parma
72
14
Udinese
45
5
Inter
61
15
Cagliari
40
6
Lazio (?)
57
16
Chievo
34
7
Fiorentina
56
17
Bologna
33
8
Milan
53
18
Livorno
32
9
Sampdoria
52
19
Catania
30
10
Atalanta
52
20
Sassuolo
19





TRIS COL BOTTO, E L'EUROPA CHE NON T'ASPETTI

La Juventus ce l'ha fatta! Terzo scudetto di fila per la gestione Conte, e storico traguardo dei cento punti raggiunto.

Nelle ultime gare non c'è stata partita, con la Roma distaccata che pensava a puntellare il suo secondo posto. Giallorossi qualificati alla Champions League dopo 4 anni, e senza dover passare per il turno preliminare: una bella notizia per la programmazione del prossimo anno.

Le prime vere sorprese iniziano da qui: il Napoli, una volta abbandonate mire di vice-campione d'Italia (forse troppo impegnata nel prosieguo dell'Europa League?), si è ritrovata all'improvviso a combattere un Parma arrembante che è arrivato ad un passo dal completare una scalata incredibile. Per gli uomini di Donadoni arriva comunque la ricompensa dell'accesso all'Europa, palcoscenico su cui torneranno a giocare dopo 8 anni.
Completa il lotto di squadre "europee" l'Inter e (forse) la Lazio: dipenderà dal risultato della finale di Coppa Italia fra il Napoli e Fiorentina, che a causa di un calo nell'ultima parte di stagione finisce fuori dalle coppe. Un vero peccato per la banda Montella.


BYE BYE, SERIE A

In coda poche sorprese: saluta il campionato di massima categoria il Sassuolo, per cui il ritorno di Di Francesco è servito a poco.

Le fanno compagnia Catania e Livorno, le quali però sono state in lotta fino all'ultimo con Bologna e Chievo. Emiliani che dunque riescono a centrare la salvezza anche senza Diamanti, e Chievo che per il sesto anno consecutivo rimane fra le 20 squadre più forti del nostro paese.


E voi che ne pensate? Quanto vi trovate d'accordo con la profezia dei numeri?

martedì 11 marzo 2014

QUANDO IL MADE IN ITALY NON VA: 7 DIVORZI "ALL'ITALIANA"



E' notizia fresca di giornata l'esonero di Luciano Spalletti da parte dello Zenit San Pietroburgo.
L'allenatore ex-Empoli e Roma ha pagato una serie di risultati negativi. Due su tutti: lo 0-0 contro il Tomsko, che ha permesso alla Lokomotiv Mosca di passare in testa al campionato russo, e il 2-4 incassato dal Borussia Dortmund, che pone lo Zenit con un piede e mezzo fuori dalla massima competizione europea.
Il caso Spalletti non è però che l'ultimo di una, per fortuna, corta lista di allenatori italiani che, per vari motivi, hanno dovuto rompere le proprie collaborazioni all'estero.

ITALIANS DO IT BETTER…?
 Se è vero che la scuola calcio italiana ha saputo portare all'estero prodotti che si stanno rivelando di grande successo (per citarne alcuni: Alberto Zaccheroni con la nazionale giapponese, Fabio Capello con la selezione russa e Carlo Ancelotti con il Real Madrid), non sono mancate le delusioni.
Ecco una linea temporale che accosta le storie di sette mister nostrani fuori dai confini nazionali. Speriamo di non doverla aggiornare presto…



giovedì 27 febbraio 2014

FISCHIETTI "APPAGATI"



Ahhh, gli arbitri…Non puoi conviverci, non puoi farne a meno….
In un clima di sospetto crescente che vede il cielo della nostra serie A addensarsi con le nubi scure del dubbio e della polemica, vorrei dare un’occhiata a quella categoria tanto criticata: la classe arbitrale. 

Non starò però a discutere circa la bontà di quel rigore dato là, quel cartellino giallo non dato qua…. Bensì dei loro portafogli.

Stando ai dati riportati in un’indagine pubblicata dal “Corriere dello Sport”, nella nostra massima serie una “sestina arbitrale” viene a costare 8.600 euro lordi a partita: 1.000 agli arbitri di porta e ai guardalinee, 800 al quarto uomo e 3.800 al direttore di gara.

Discorso a parte hanno i rimborsi spese (con i quali la cifra arriva intorno ai 100.000 euro per giornata di campionato) e le quote fisse stagionali legate ai diritti d’immagine: per queste si va dai 150.000 del designatore Stefano Braschi ai 23.000 degli assistenti.

Per dare un esempio concreto, l’arbitro che in questa stagione ha finora guadagnato di più è Nicola Rizzoli: tra partite in Italia e in Europa il 42enne internazionale, che ci rappresenterà ai prossimi mondiali in Brasile, ha portato a casa 78.000 euro.

E per dare un’idea della dimensione della cifra, basta lanciare lo sguardo verso altri sport. Si scopre così che un arbitro della serie A di basket guadagna 600/700 euro a incontro, mentre per un fischietto della pallavolo si oscilla tra i 350 e i 390 euro a partita.

mercoledì 26 febbraio 2014

CRISI "INFERNALE" IN QUEL DI MANCHESTER




Sono stati disputati 6 degli 8 incontri di andata degli ottavi della Champions League, e una cosa sembra chiara: le gerarchie dei gironi sono state confermate (le prime classificate sconfiggendo le runner-up). 
13 i gol segnati dalle squadra corsare in terra straniera, 2 soli quelli messi a referto dai casalinghi. 
E’ questi due gol provengono dall’unica partita che fa eccezione: Olympiacos-Manchester United 2-0. Una sconfitta, quello dei Diavoli inglesi, che fa scalpore.

Già, proprio la squadra che ha subito il passaggio di consegna più pesante dell’estate, da Sir Alex Ferguson a David Moyes.
Una squadra che aveva salutato il suo condottiero leggendario da regina della Premier al termine di una stagione dominata, ma che quest’anno sembra vivere una crisi profonda.

Già fuori dalle coppe nazionali (soffrendo eliminazioni da parte di Swansea e Sunderland), in campionato annaspa al sesto posto con 45 punti, -15 dal Chelsea capolista (al momento, sarebbe fuori da entrambe le competizioni europee) e -17 rispetto allo scorso anno.
Ora, vista la sconfitta in terra greca, rischia di dover salutare anzitempo pure la sua corsa verso la finale di Lisbona del 24 maggio prossimo.

Durante le finestre di mercato del nuovo ciclo Moyes, la rosa dei Red Devils non aveva subito grosse modifiche, anzi rinforzandosi con innesti importanti come Marouane Fellaini in estate e Juan Mata in inverno.

Dove sta allora il problema? Può essere davvero tutta colpa dell’ex-allenatore dell’Everton?

martedì 25 febbraio 2014

PARMA: L'EUROPA ALLA PORTA?



Donadoni come Prandelli? Cassano come Gilardino? Insomma, può questo Parma tornare grande, e ritagliarsi uno spazio a livello europeo?

Con il pareggio di ieri con la Fiorentina, i gialloblù hanno inanellato il 13° risultato utile consecutivo, record per questa stagione. Dalla sconfitta contro la Juventus del 2 novembre scorso, sono arrivati 7 pareggi e 6 vittorie. 

Vero che manca all’appello il match all’Olimpico con la Roma aspirante scudettata, ma resta comunque la grande prova di costanza dei ragazzi di Donadoni, capaci anche di sconfiggere un Napoli ancora in piena lotta per il titolo.

Un Parma super, dunque, e i numeri lo confermano: nel girone di ritorno, la squadra ha totalizzato solo 3 punti meno della capolista Juve. Con una gara in meno.

E allora, giunti quasi ai 2/3 della stagione, è lecito domandarsi: dove può puntare questo Parma?

I punti sono 37, +17 dal Livorno terz’ultimo e -2 dal Verona sesto. Una piazza, quella occupata dalla formazione scaligera, che quest’anno varrà quasi sicuramente l’Europa League, a meno di crolli in campionato (e conseguente mancata qualificazione alle coppe europee) delle due finaliste di Coppa Italia, Napoli e Fiorentina.

Il Parma non arriva tanto in alto dalla stagione 2003-2004.
Quella con in panca Prandelli, appunto.
Quella con capocannoniere Gilardino, appunto.

Quella squadra arrivò quinta, sfiorando l’accesso al preliminare Champions. A dieci anni esatti, può Donadoni rispolverare gli antichi splendori?

lunedì 24 febbraio 2014

GRANATA "MATATI", JUVE DA RECORD




La Zebra ha prevalso sul Toro. 

Questo l'esito "zoologico" del derby della Mole n.188, disputatosi in un turno di campionato in formato spezzatino (10 partite spalmate su 3 giorni e in 6 orari diversi). 

Polemiche e insulti a parte, vi sono interessanti statistiche da dover aggiornare.

L'era moderna della stracittadina più vecchia d'Italia (il primo confronto risale al 1907) si conferma terra di conquista bianconera.
Con ieri fanno 6 vittorie consecutive nel derby, ed è record: mai prima d'ora la Juve era riuscire ad infilare un filotto del genere.
Il Toro, invece, è ancora perseguitato da una maledizione che priva i suoi tifosi di una gioia piena da 16 derby di fila.

Chissà che l'anno prossimo il n.17 non gli porti fortuna, in barba alla scaramanzia...

domenica 23 febbraio 2014

GIOCHI DI FORZA: VERSO EURO 2016




Parafrasando Eduardo De Filippo, le qualificazioni non finiscono mai.

Le urne di Nizza hanno definito i prossimi avversari degli azzurri sulla strada verso i prossimi Europei del 2016: Norvegia, Croazia, Bulgaria, Malta e Azerbaijan.
Sono passati 131 giorni da quell’amaro Italia-Armenia 2-2 che chiuse il girone valido per il pass al Mondiale brasiliano. Proprio l’Armenia sarebbe potuta finire nuovamente nel raggruppamento di qualificazione verso Euro 2016; vista la presenza della compagine azera, tuttavia, la nazionale caucasica ha dovuto lasciare il posto alla Bulgaria.

Chi si rivede quindi! Dopo le sfide verso Brasile 2014, bulgari e maltesi tornano ad incrociare le proprie strade con quella italiana.
Con la Croazia, poi, l’Italia ha un conto in sospeso: agli ultimi europei in Ucraina e Polonia l’allora astro nascente Mario Mandzukic constrinse gli azzurri al pari, e a soffrire nell’ultima partita contro l’Irlanda del Trap causa “fantasmi biscottati”.

La classifica FIFA offre un quadro di analisi dei rapporti di forze presenti nel girone H: l’Italia occupa l’8° posto; Malta e Azerbaijan rispettivamente il 131° e il 93° gradino; salendo, a poca distanza l’una dall’altra troviamo Bulgaria (72° posto) e Norvegia, solo 12 posizioni più su.
La minaccia più verosimile sembra venire allora proprio dalla Croazia, che nel ranking occupa la 16a piazza: per intendersi, appena dietro l’Inghilterra 15a e due gradini più su dei futuri padroni di casa della Francia.

Delle sei squadre, inoltre, solo Italia e Croazia sono riuscite ad ottenere un posto ai prossimi Mondiali. Tirate le somme, dobbiamo dunque aspettarci una corsa a due verso i prossimi campionati continentali, o qualcuna delle altre compagini riuscirà a sorprendere?

sabato 22 febbraio 2014

PASSAGGIO DI CONSEGNE, NELL'OLIMPO DEL CALCIO



Il pomo della discordia di “club più titolato al mondo” ha appena subito un passaggio di mano. 

Fra le due contendenti più agguerrite, Milan e Boca Juniors, spunta inaspettata una terza rivale dal fascino africano: l’Al Ahly, con la vittoria della sua sesta supercoppa d’Africa, raggiunge quota 19 trofei fuori dai suoi confini nazionali. Scavalcate dunque le due principesse del calcio Euro-Sudamericano, ferme a quota 18.

Curioso che i Diavoli rossoneri, che si erano fatti vanto del primato con maglie celebrative, sia stato scavalcato dai Diavoli Rossi d’Egitto.

Peccato che la sfida di mitologica memoria ha un “peccato originale”: se di titolatura a 360° si parla, allora dovremmo considerare TUTTI i titoli acquisiti, fuori e dentro i confini.

A conti fatti, la nuova classifica assume connotati molto diversi. Ecco che la nuova graduatoria vede Boca Juniors e Milan perdersi nelle retrovie, ferme rispettivamente a 44 e 52 trofei, a mangiare la polvere di un colosso proveniente dalla terra degli highlanders: i Glasgow Rangers, squadra caduta in disgrazia e sulla lenta via della resurrezione, conta nel suo palmares la bellezza di 115(!) titoli. Di questi, 114 ottenuti in terra scozzese (54 titoli di Scozia, 33 Coppe di Scozia e 27 Coppe di Lega Scozzesi), con l’unica perla oltreconfine rappresentata dalla Coppa delle Coppe del 1972.

E il misterioso Al Ahly? La nuova squadra “più titolata al mondo” non è poi così distante: nella sua bacheca, infatti, figurano 103 trofei.

Forse, allora, tanto dal nulla non sono comparsi.

venerdì 21 febbraio 2014

PRIMATI NASCOSTI: COSA PUO' RACCONTARE UNA FIGURINA PANINI



Celo, manca, celo, celo....Chi di noi non ha mai assaporato il gusto di collezionare le storiche figurine Panini? Vi farà piacere sapere che la prima figurina mai stampata riportava la faccia del festeggiato famoso del giorno: Bruno Bolchi. 74 anni oggi, e memorie da far riecheggiare nelle menti degli appassionati di calcio più giovani.
La sua carriera sui campi di gioco è durata 15 anni (1957-1972), con 200 presenze e 12 reti in serie A.
Fra le squadre che hanno goduto dei suoi servigi a centrocampo si annoverano Inter, Verona, Atalanta, Torino e Pro Patria.
Ma è come allenatore che entra di diritto nella storia calcistica italiana, e nei cuori dei tifosi del Bari. Ingaggiato nel 1983, porterà la squadra dei galletti ad un doppio balzo dalla C1 alla serie A. Nel suo primo anno in panchina, poi, porterà il suo Bari nei libro dei record con la storica semifinale di Coppa Italia raggiunta raccogliendo scalpi illustri (eliminata la Juve di Trapattoni, Rossi e Platini agli ottavi, con una storica vittoria a Torino per 2-1, e la Fiorentina di Oriali e Antonioni nei quarti). Ad oggi, quel Bari è l'unica squadra di C1 ad essere mai approdata alle seminfinali della coppa nazionale. Beh, che dire...Tanti auguri Bruno Bolchi!

giovedì 20 febbraio 2014

QUESTIONI DI CUORE



Vuoi più bene a mamma o papà? 

A domande così non si vorrebbe mai dover rispondere, ma il cuore di Javier Zanetti potrebbe essere messo di fronte ad una simile prova se, come trapela da voci di corridoio, Jose Mourinho stesse davvero pianificando di portarlo a Londra nel suo Chelsea.

Non sarebbe la prima volta che il mago di Setubal attinge dalle sue ex-squadre per circondarsi di uomini fidati.
Da quando è diventato "Special" col Porto campione d'Europa 2004, sono 5 i giocatori che ha riabbracciato dopo i suoi cambi di panchina: Paulo Ferreira, Ricardo Carvalho, Maniche, Michael Essien e Samuel Eto'o (due, Carvalho ed Essien, hanno addirittura cambiato casacca due volte pur di stare sotto gli ordini di Mourinho: il primo seguendolo nel trittico Porto-Chelsea-Real Madrid, il secondo nell'andata e ritorno Chelsea-Real Madrid-Chelsea). 

Ma mai le mire del tecnico portoghese si sono spinte tanto avanti: Javier Zanetti rappresenta la storia recente dell'Inter, un simbolo della tramontata era Moratti, una bandiera del calcio. L'Inter è casa per Zanetti, ma con Mou l'argentino ha vissuto due anni di vittorie e trofei. 

Al cuor non si comanda, ma dove si troverebbe il cuore del capitano nerazzurro in questa vicenda?

mercoledì 19 febbraio 2014

MILAN VS ATLETICO MADRID: PER I ROSSONERI, UN "PEDIGREE" DA DIFENDERE



Nuovo valzer di ottavi, ma per la Milano rossonera stessa musica. 
Ad affrontare l'unica quadra italiana superstite in Champions League ci sarà una spagnola che guida la Liga: non sarà il Barcellona, peraltro già incontrato nella fase a gironi; nè il Real Madrid, occupato contro lo Schalke dell'ex rossonero Boateng. 

Ad aspettare il diavolo c'è l'Atletico Madrid del "Cholo" Simeone. 

Il Milan arriva a questa sfida avendo raccolto nell'ultimo mese 3 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte (di cui una, quella con l'Udinese, ha portato all'eliminazione dalla Coppa Italia). 
L'Atletico conta 5 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte (due volte contro i cugini del Real, che hanno significato addio alla Coppa Del Re). La storia recente in Europa non sorride al Diavolo: nei confronti contro formazioni spagnole, il Milan è stato eliminato 10 volte su 13. Ma contro i "colchoneros" sarà una sfida inedita, il primo scontro in una gara ufficiale. 

Chissà che la "tradizione europea" dei rossoneri non possa giovare.

martedì 18 febbraio 2014

IN ATTESA DI VALIDI AVVERSARI, LA JUVE SFIDA SE STESSA



Specchio, specchio delle mie brame, qual'è la più bella Juve del reame? 

Conte o Capello, questo pare essere il dilemma. Ma, se allarghiamo le maglie della storia, possiamo trovare una vera pietra di paragone. 
La Juve 1930-1935 è entrata nel libro dei record, vincendo 5 scudetti di fila e marciando ad una media di 2,25 punti a partita (applicando a quelle classifiche la regola della vittoria a tre punti). La Juve attuale si è già cucita sul petto due tricolori, e viaggia ad una media addirittura più alta (2,35 punti). 

Che Conte possa candidarsi al trono di recordman bianconero di tutti i tempi? Solo il tempo, e i numeri, c'è lo diranno.


lunedì 17 febbraio 2014


CATANIA: CAMPIONATO VISSUTO A COLPI DI SESTINE


Corsa alla salvezza, Catania sulle ali della poesia?

Una rincorsa in sestine la loro: quella di ieri sulla Lazio è stata la quarta vittoria stagionale. 
Nel campionato 2013-2014, i tre punti sono arrivati alla 6a, 12ma, 18ma e 24ma giornata: auguro agli amici di Catania di non dover aspettare la sfida col Torino del 6 aprile per rifare bottino pieno.

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