lunedì 31 marzo 2014

DOMENICA BESTIALE: PER UN PISTOLERO CHE SALE, UN PRINCIPE CHE SCENDE



Eccoci dunque al lunedì, dopo una domenica che in giro per l'Europa ha fatto storia e segnato forse il punto di svolta per diverse squadre.

Come sempre, analizzerò tre incontri particolarmente interessante per le sue statistiche.
Tre campionati diversi, con lotte per il titolo quasi agli antipodi. Vediamo perché… 

LIVERPOOL-TOTTENHAM 4-0
La squadra di Brendan Rogers demolisce i londinesi, in un modo che replica la "manita" rifilata a White Hart Lane all'andata.

Con questa vittoria i Reds si issano al primo posto della Premier League, +2 su un Chelsea uscito a mani vuote dalla sfida col Crystal Palace (prima sconfitta nella carriera di Mourinho contro una neo promossa).

I numeri parlano di una formazione in grande forma: con questa vittoria fanno 13 risultati utili consecutivi e 8 successi di fila. Il pistolero Luis Suarez ha contribuito segnando il gol del 2-0: una rete che porta il suo bottino stagionale a quota 29 (senza il contributo di alcuna segnatura dal dischetto) e lo consacra come migliore marcatore Reds in una sola annata calcistica: superato Robbie Fowler, il cui primato reggeva da 18 anni. 
Sono invece 24 gli anni passati dall'ultimo titolo di Premier del Liverpool: a sei giornate dalla fine, e con due scontri diretti da giocarsi in casa (contro Chelsea e Manchester City), l'impresa sembra sempre più possibile.

Per quanto riguarda il Tottenham, consiglio lezioni di tiro al bersaglio: nell'incontro contro il Liverpool, le statistiche sono state esattamente le stesse degli avversari (10 conclusioni a rete per parte, 4 nello specchio e 6 fuori). Peccato che il Liverpool abbia messo a segno un poker, mentre gli Hot Spurs siano rimasti a secco.


NAPOLI-JUVENTUS 2-0
Alla fine è successo. La regina del campionato italiano è caduta. 
Calma, la Roma resta a -11 (con una gara in meno) e non sembra poter riaccendere la fiamma della rimonta, ma resta il fatto che i bianconeri hanno subito una forte battuta d'arresto. Già da alcune partite la squadra mostrava segni di stanchezza, ma era sempre riuscita a coprire tutto in un modo o nell'altro: ieri sera, al San Paolo, c'è stato poco da fare.

Seconda sconfitta stagionale per o bianconeri, chiusa la striscia di risultati utili consecutivi (22) e  quella di incontri con gol (43). La mancanza di Tevez, autore di 3 gol nelle 2 precedenti partite (Catania-Juventus 0-1e Juventus-Parma 2-1) si è sentita: eccome.

Il Napoli invece riesce a fermare lo schiacciasassi bianconero, e si conferma bestia nera dei bi-campioni d'Italia: la banda di Conte non è mai riuscita a battere i partenopei fra le loro mura, e l'ultima vittoria della Juventus al San Paolo risale a quasi 14 anni fa (30 settembre 2000, Napoli-Juventus 1-2).
Una piccola macchia sul cammino di una squadra che in Italia sta segnando un'epoca.


MONACO-EVIAN 0-1
La squadra del principato cade nel derby, e vede il PSG allontanarsi a +13. Adesso, forse, la preoccupazione maggiore sarà tenersi stretto il secondo posto: il Lilla dista solo 6 lunghezze.

Doveva essere l'anti-PSG, la neo promossa rivelazione. Per lunghi tratti del campionato il Monaco lo è stato, fino almeno al pari nella gara di ritorno contro i parigini. Da allora, però, la Ligue One si è diretta sempre più decisamente verso la capitale francese. 
Grazie a quel pari, la squadra di Ranieri si era mantenuta a -5 da Ibra e co., un distacco tutto sommato recuperabile. Nelle 7 gare successive, però, sono arrivate 2 sconfitte e 1 pareggio: 8 punti persi fra Saint-Etienne, Lilla e appunto Evian. Tutti puntualmente raccolti dal PSG, che invece ha infilato 7 vittorie consecutive: killer instinct più che attivo, quindi, per gli uomini di Blanc.

L'Evian si dimostra ammazza grandi: dopo il 2-0 rifilato al Paris Saint Germain lo scorso 4 dicembre, raccoglie un altro scalpo illustre. Ma ciò che più conta è aver aumentato a 5 il vantaggio sul Valenciennes penultimo: si avvicina l'obiettivo salvezza.

domenica 30 marzo 2014

ATLETICO MADRID: UN SOGNO CHE DIVENTA' REALTA'?



Siamo giunti alla 31esima tappa della Liga spagnola.
La giornata appena trascorsa ci ha confermato che il Barcellona vuole vincere questo titolo a tutti i costi, che il Real Madrid si è ripreso dalla due due sconfitte consecutive ed è tornato in pista a suon di gol, ma soprattutto che l'Atletico Madrid c'è, e non molla di un centimetro.

I "colchoneros" guidati da Diego Simeone sono stati la rivelazione della stagione, e gara dopo gara è stato chiaro che il loro non sarebbe stato un exploit momentaneo. La partita di andata contro il Barcellona ha probabilmente rappresentato il punto di svolta: lo 0-0 guadagnato al Calderòn contro i blaugrana ha fatto capire a tutti che la squadra non soffriva la pressione, e che avrebbe lottato fino alla fine.

CONTRO SE' STESSI
L'ultimo successo biancorosso risale alla stagione 1995-1996. Allora dopo 31 giornate la squadra viaggiava a quota 68 punti, con 55 gol segnati e 20 subiti.
L'Atletico di Simeone, dopo lo stesso numero di incontri, ha raccolto più punti (76), ha un attacco più prolifico (69) e ha subito appena due gol in più (22).

La formazione del '95-'96 non aveva una stella che guidasse l'attacco con mitragliate di reti: il giocatore più prolifico, il bulgaro Luboslav Penev, arrivò appena 8° nella classifica marcatori con 16 gol.
L'Atletico 2013-2014 può invece contare su Diego Costa, che in 30 incontri finora disputati ha trovato la rete 25 volte (secondo solo a Cristiano Ronaldo con 28).

NEL SEGNO DEL 10
Sono esattamente 10 anni dall'ultima volta che la Liga andava ad una squadra diversa da Real e Barcellona (Valencia, stagione 2003-2004).
A guidare quella squadra c'era Rafa Benitez, tecnico spagnolo 10 anni più vecchio di Simeone. Che la storia dei numeri possa ripetersi?

sabato 29 marzo 2014

BOMBER DI RAZZA: IL TRIDENTE DELLA JUVENTUS


Ci apprestiamo a vivere un nuovo weekend: in Toscana splende il sole e la primavera comincia a fare capolino, ma non potrebbe essere un finesettimana completo senza a rubrica del sabato, BOMBER DI RAZZA!
Oggi diamo un'occhiata ai goleador della squadra più vincente in Italia: la JUVENTUS.
I tre giocatori che seggono sui gradini più alti della classifica marcatori bianconera provengono da tre epoche calcistiche diverse. In comune: una grande fame di gol.

3°- Roberto Bettega

LA STORIA
Bettega rappresenta un simbolo della storia juventina, colonna della squadra e componente della storica Triade con Antonio Giraudo e Luciano Moggi.
Nasce a Torino il 27 dicembre 1950, in un'Italia che stava uscendo fuori dai drammi della seconda guerra mondiale.

Più che il nero, è il bianco il colore che lo caratterizzerà di più: sia per via del suo soprannome (prima di Fabrizio Ravanelli era lui "Penna Bianca", a causa della canizie che lo accompagnerò fin dalla giovinezza) che per le squadre per cui militerà nella sua carriera (il Varese bianco-rosso, la Juve bianconera e i Toronto Blizzard rosso-bianco-verdi).

Di proprietà Juventus, raccoglie i suoi primi "gettoni" al Varese. Qui attinge nozioni di calcio alla corte di nientepopodimeno che... Nils Liedholm. Con il Barone, Bettega trascina la squadra lombarda in serie A da capocannoniere, e si guadagna il biglietto di ritorno verso Torino per la stagione 1970-1971.

In una Juve che stava prelevando a mani piene dal Mezzogiorno, lui era l'unico torinese proveniente dal vivaio. Sarà forse stato un'anomalia per questo, ma di certo non fu una meteora: con i bianconeri ci passerà 13 anni.
Tuttavia, non sarà alla Juve che terminerà la sua carriera, bensì ai Toronto Blizzards, dove approderà nel 1983.

I NUMERI IN BIANCONERO
-179 gol in 490 presenze
-7 scudetti (1971-1982, 1972-1973, 1974-1975, 1976-1977, 1977-1978, 1980-1981, 1981-1982)
-2 Coppe Italia (1978-1979 e 1982-1983)
-1 Coppa Uefa (1976-1977)
-1 volta capocannoniere di Serie B (nella stagione 1969-1970 con 13 gol)
-1 volta capocannoniere di Serie A (nella stagione 1979-1980 con 16 gol)


2°-Giampiero Boniperti

LA STORIA
Fare gol è il mestiere di ciascun attaccante, ma è anche qualcosa di più: diventa un bisogno, una necessità. Se vincere aiuta a vincere, per un centravanti segnare aiuta a segnare. Sotto questo punto di vista, Boniperti rappresenta il modello perfetto. Gianni Brera lo sapeva bene, che di lui disse:« Boniperti esige di riavere la palla per concludere e fare gol come gli piace sempre. Io sono un suo vecchio amico e me ne rammarico sinceramente. Secondo me converrebbe a lui e alla squadra che si limitasse ad impostare il gioco. »

I suoi boccoli biondi portarono i suoi avversari a soprannominarlo "Marisa". Ebbene, era forse destino che a donare gloria ed onori alla Vecchia Signora negli anni del secondo dopoguerra toccasse ad una "gloriosa principessa"(Marisa vuol dire proprio questo). 
Dopo un paio di stagioni tra Barengo e Momo Novarese, approda alla Juventus nel 1946, e da lì non si muoverà più. Del resto, ciò che ha legato Boniperti alla Juventus è qualcosa che va oltre un mero contratto: « La Juve », disse una volta, «non è soltanto la squadra del mio cuore. È il mio cuore. » 
Curioso pensare come la carriera di Boniperti abbia battuto i propri rintocchi più importanti in parallelo allo sbocciare di altri grandissimi del calcio: mentre vinceva il suo primo scudetto, un Bettega appena neonato muoveva i suoi primi passi nel mondo. E la sua ultima partita, giocata a 33 anni, fu il celebre Juventus-Inter 9-1 del 1961: la squadra nerazzurra scese in campo con i ragazzini, gesto di protesta del presidente Angelo Moratti, e fra loro poté così esordire un certo Sandro Mazzola.


I NUMERI IN BIANCONERO
-188 gol in 469 presenze
-5 scudetti (1949-1950, 1951-1952, 1957-1958, 1959-1960, 1960-1961)
-2 Coppe Italia (1958-1959 e 1959-1960)
-1 Coppa Uefa (1976-1977)
-1 volta capocannoniere di Serie A (nella stagione 1947-1948 con 27 gol)

Arriviamo dunque alla prima piazza, e giungiamo ai tempi nostri. Se siete amanti dell'arte, dovreste sapere chi ha "dipinto" il maggior numero di reti nella storia juventina. L'artista calcistico dalla lingua di fuori, detto Pinturicchio, non può che essere…...

1°-Alessandro Del Piero

LA STORIA
Assieme a Javier Zanetti, Paolo Maldini e Francesco Totti, forse l'ultima vera Bandiera del nostro calcio.
Non solo re del gol in bianconero, ma anche medaglia d'argento nella classifica dei migliori marcatori italiani di tutti i tempi (dietro solo a Silvio Piola, con 390 reti).
Per far capire quanto intrisa di "delpierite" sia la storia juventina, basti questo dato: Del Piero ha segnato in tutte le competizioni a cui ha partecipato la Juventus: onnipresente.

La carriera di Pinturicchio nasce nel paese di San Vendemiano. Il sacerdote, che fungeva anche da presidente della squadra locale di calcio, nota il suo grande talento in mezzo al campo (a nulla sono valsi gli sforzi della madre, la quale avrebbe preferito il suo Alessandro fra i pali, per sudare meno e non ammalarsi), tanto da consigliare il ragazzo al Padova. Le incertezze iniziali per il fisico gracile (quante storie così abbiamo sentito? Come potete vedere, Messi non è che l'ultimo di una lunga serie) vengono vinte, e così Del Piero debutta con la maglia patavina nel 1992. 
Il suo acquisto avviene l'anno successivo, proprio grazie all'intervento del secondo miglior bombardiere nella storia juventina, Giampiero Boniperti.


Da lì parte la storia di un grande amore, qualcosa che potrebbe essere paragonato forse solo all'attaccamento ai limiti del morboso di Valentino Rossi per le sue moto. Del Piero offre i suoi servigi alla causa bianconera per 19 anni, tanti quanti ne aveva alla firma del suo primo contratto con la Vecchia Signora, per poi uscire dal giro Juve e fiondarsi fra i canguri australiani del Sidney. 

Chissà che un giorno non possa tornare all'ombra della Mole, stavolta indossando giacca e cravatta: rigorosamente in bianco e nero.

I NUMERI IN BIANCONERO
-290 GOL IN 705 PRESENZE
-1 Torneo di Viareggio (1994)
-1 Campionato Primavera (1993-1994)
-6 scudetti ( 1994-1995, 1996-1997, 1997-1998, 2001-2002, 2002-2003,2011-2012)
-1 Campionato di Serie B (2006-2007)
-1 Coppa Italia (1994-1995)
-4 Supercoppe Italiane (1995, 1997, 2002, 2003)
-1 Champions League (1995-1996)
-1 Coppa Intercontinentale (1996)
-1 Supercoppa UEFA (1996)
-1 Coppa Intertoto (1999)
-1 volta capocannoniere del Torneo di Francia (nell' edizione del 1997 con 3 gol)
-1 volta capocannoniere della Champions League (nella stagione 1997-1998 con 10 gol)
-1 volta capocannoniere della Coppa Italia (nella stagione 2005-2006 con 5 gol)
-1 volta capocannoniere della Serie B (nella stagione 2006-2007 con 20 gol)
-1 volta capocannoniere della Serie A (nella stagione 2007-2008 con 21 gol)

venerdì 28 marzo 2014

NATIONS LEAGUE: LE 5 CURIOSITA' SULLA NUOVA COMPETIZIONE EUROPEA




Mancano meno di 80 giorni all'inizio dei prossimi Mondiali.
L'attenzione, però, è tutta sulla nuova creatura UEFA: dal 2018 partirà la Nations League.

Come? In calcio sovraffollato di competizioni e partite (non solo campionati, coppe continentali e qualificazioni a mondiali e europei, ma anche amichevoli più o meno illustri) si aggiungono nuovi impegni per i calciatori di tutta Europa?
Calma, il nuovo giocattolo di Platini ha delle motivazioni ben precise, e tutto vuol fare tranne che creare nuovi punti di frizione con le squadre di club.
Vediamo i 5 punti più importanti della nuova competizione:

1)DURATA
 2 anni, dal 2018 al 2020

2)SQUADRE PARTECIPANTI
 54,  tutte le associate all'UEFA (che hanno approvato con voto unanime il nuovo progetto). Nessun torneo di calcio include un numero di squadre così alto (la seconda competizione più numerosa è l'Europa League, con 48 squadre).

3)FORMULA 
Le formazioni verrano suddivisi in 4 supergruppi, a seconda del loro coefficiente UEFA. All'interno di ciascun calderone , si formeranno 4 gruppi di 3-4 squadre, che giocheranno quindi dalle 4 alle 6 partite.

 Ciò che mi pare molto interessante e come sembri che il nuovo torneo attinga idee da altri sport. Somiglia un po' alla Davis di tennis, suddividendosi in una specie di World League e leghe inferiori; riprende un po' l'Eurolega di basket, creando una final four da disputarsi nel 2019 fra le vincenti dei 4 gironi del gruppone più alto.

4)OBIETTIVI
Possiamo distinguere 2 categorie:
-obiettivi intratorneo: fregiarsi del titolo di campione di UEFA Nations League (il cui valore sarà tutto da definirsi), oppure promozioni/retrocessioni fra i 4 livelli.
-obiettivo extratorneo: dal marzo 2020 si disputerà una specia di post-season fra le vincitrici di tutti i gironi per assegnare 4 biglietti verso Euro 2020. Per chi non è riuscito a qualificarsi per la via ordinaria, si apre dunque una seconda possibilità.

5)MOTIVI
L'idea principale alla base della Nations League è contrastare la perdita più o meno costante d'appeal delle amichevoli internazionali in preparazione all'Europeo. L'Italia, ad esempio, ha giocato 13 amichevoli nei 2 anni prima di Euro 2012, disputando alcune partite dal grande fascino (Germania e Spagna fra le squadre più blasonate) ma anche scendendo in campo in incontri abbastanza anonimi.

La Nations League mira a dare nuove motivazioni alle nazionali, sia per fare bella figura sul palcoscenico europeo, che per provarle tutte pur di rientrare nel gruppo delle nazionali per giocheranno gli Europei in estate. Il cui numero aumenterà dal 2016, da 16 a 24.

La struttura subirà modifiche a opera in corso, ma il progetto di massima ormai è steso.
Pensate che decollerà il nuovo progetto?


giovedì 27 marzo 2014

TORNEISSIMO!: BUNDESLIGA




Per il terzo appuntamento con la rubrica sulle più importanti competizioni calcistiche, oggi parliamo del campionato il meno combattuto in Europa degli ultimi due anni:

LA BUNDESLIGA 


CALCIO SPEZZATINO
La Germania si è sempre caratterizzata per forti identità territoriali. Fin dal suo inizio, nel 1903, il calcio ne ha risentito: i primi tornei (fino al 1934) erano costituiti da una miriade di leghe e leghine regionali, i cui vincitori si sarebbero poi fronteggiati per il titolo di campione di Germania.


IL NAZISMO NEL CALCIO
Con l'arrivo del nazionalsocialismo hitleriano e la sua tendenza centralizzatrice, anche lo sport subisce lo stesso effetto centripeto. Il mondo del pallone si dà una regolata, con la nascita della Gauliga (lega di contea) prima bozza della futura Bundesliga. 
E' un periodo di grande ribollimento, e si alternano varie formule: è di questi anni la Reichliga, ad esempio, che doveva raccogliere le squadre più forti arrivate prime nella loro rispettiva Oberliga (lega maggiore).

Per capire quanto la politica abbia influenzato il calcio tedesco, basti pensare all'anomalia dell' Rapid Vienna campione di Germania. Come è possibile, direte voi? Beh, dopo l'annessione dell'Austria da parte della Germania nel 1938, per alcuni anni stette in piedi la cosiddetta Gauliga Ostmark, che comprendeva sia squadre tedesche che austriache. Ecco spiegato il caso di una squadra non tedesca detentrice di un Meisterschale.


ANCORA DIVISI, FINALMENTE UNITI
Con la fine della guerra e l'innalzamento del Muro di Berlino, anche il calcio si adegua alle barriere che la storia ha posto fra le sua gente. Dal 1949 si crearono 2 campionati distinti, uno per ciascuna area di occupazione: Bundesliga nella repubblica Federale tedesca; Oberliga nella repubblica Democratica Tedesca.

La struttura moderna arriverà solo nella stagione 1991-1992, grazie all'unificazione delle due parti. Ci sono voluti 90 anni di rivolgimenti politici e culturali, ma alla fine la Bundesliga è nata.



GUERRE "STELLARI"


Dal 2004, è stato introdotto un particolare sistema di stelle da assegnare a quelle squadre capaci di vincere più titoli tedeschi. Se in Italia la questione è molto semplice (1 stella ogni 10 scudetti), in Germania funziona così (reggetevi, per non farvi prendere dal capogiro): 1 stella per 3 titoli, 2 per 5, 3 per 10 e 4 per 20: simile ad un'offerta per i fustini di un detersivo, che dite?
Inoltre, dopo il caso curioso della Dinamo Berlino, si decise di assegnare una stella particolare a coloro che avessero vinto titoli al di fuori della Bundesliga.
Che dire, dalle stelle….alle stelle!



I PAZZI NUMERI DELLA BUNDESLIGA


Il campionato tedesco, fino a pochi anni fa, sembrava il paese con la maggiore imprevedibilità. Poi era arrivato a strutturarsi intorno all'asse Bayern Monaco-Borussia Dortmund, un binomio di testa tanto staccato dal resto del gruppo da portare alla proposta provocatoria di escluderli dalla Bundesliga.
Ma gli ultimi anni hanno dimostrato che la squadra bavarese è di un livello superiore a chiunque altro, e non solo rispetto al tempo presente: questo Bayern sta riscrivendo la storia dell'intera Bundesliga. Non ci credete? I numeri vi potrebbero smentire…

IL LIBRO DEI RECORD….UN ONE MAN SHOW
Vi sono 12 record di squadra detenuti in Bundesliga.
L'Amburgo è la squadra che ha il maggior numero di presenze (51/51, un po' l'Inter tedesca), seguita da Werder Brema (50) e dalla coppia Bayern Monaco/Stoccarda (49). 
E gli altri 11 record? Tutti del Bayern.
C'è di più: di questi, 9 sono stati segnati dal 2012 a oggi, di questi 2 sono serie ancora aperte e altri migliorabili dagli uomini di Guardiola. Eccovi la lista completa:

BOTTINO PIENO
-Maggior numero di titoli vinti: 24 ( seguito da un sorprendente Norimberga a quota 9; peccato che l'ultimo trionfo risalga a più di 40 anni fa)

WIN IT LIKE A BOSS
-Record di titolo con maggior numero di turni di anticipo: 7 (2013/2014)
-Imbattibilità: 52 partite (dal 28/10/2012, serie aperta)

INSAZIABILI
-Vittorie consecutive a inizio campionato: 8 (2012/2013)
-Vittorie consecutive in un campionato: 19 (dal 19/10/2013, serie aperta)
-Maggior numero di vittorie: 29 (2012/2013)
-Minor numero di sconfitte: 1 (1986/1987 e 2012/2013)
-Maggior numero di punti in una stagione: 91 (2012/2013)

SENZA DIFETTI
-Maggior numero di reti in una stagione: 101 (1971/172)
-Minor numero di reti subite: 18 (2012/2013)


RECORDMAN
-Gerd Müller, maggior numero di gol segnati: 365
-Karl-Heinz Körbel, maggior numero di presenze: 602

mercoledì 26 marzo 2014

BAYERN MONACO: PIU' PERFETTO…DELLA PERFEZIONE?



Ieri sera, Il Bayern Monaco si è laureato Campione di Germania.

Per la squadra bavarese si tratta del 6° titolo in 10 anni, il 2° successo consecutivo ma soprattutto il 1° di  Josep Guardiola e del dopo-Yupp Heynckes.

La messa sotto contratto dello spagnolo con il club tedesco era avvenuta molto presto l'anno scorso, quando la stagione era in pieno svolgimento. 
Mano mano che il Bayern collezionava successi, una domanda si rendeva sempre più pressante: poteva un allenatore come lui, che pure ha dimostrato al Barcellona di essere un vincente, migliorare una squadra che aveva vinto tutto il possibile dominando in patria e in Europa?

Ebbene, il Bayern si è riconfermato squadra senza pari nella Bundesliga di questi anni. Ma è riuscito Pep a fare addirittura meglio del suo predecessore? 

Vediamo cosa ci dicono le statistiche:

MEDIA PUNTI

 HEYNCKES: 2.67

GUARDIOLA: 2.85 (se mantenesse questo ritmo, potrebbe sfiorare quota 97 punti, sui 102 disponibili)


STRISCIA DI VITTORIE CONSECUTIVE

 HEYNCKES: 15

GUARDIOLA: 18 (e potrebbe allungarsi)


GIORNATE IN TESTA

HEYNCKES: 30 giornate

GUARDIOLA: 27 giornate


CAMPIONE…CON QUANTO ANTICIPO?

 HEYNCKES: 6 giornate

GUARDIOLA: 7 giornate


RISULTATO FINALE:

 HEYNCKES 1 - GUARDIOLA 3

Affindandosi ai numeri, pare che l'ex Barcelona sia riuscito a migliorare qualcosa che già rasentava la perfezione. 
Chiaro, per poter dare un giudizio complessivo mancano ancora gli esiti della coppa nazionale e del percorso in Champions League. Intanto, però, è innegabile che la Bundesliga abbia un padrone assoluto.

Voi, cosa ne pensate? Questo Bayern è davvero più forte di quello del Triplete?










martedì 25 marzo 2014

LOGORAMA: 3 CURIOSITA' SUL SIMBOLO DELLA SAMPDORIA


Secondo appuntamento con la rubrica "LOGORAMA": settimana scorsa abbiamo scoperto i segreti della Dea atalantina
Oggi salutiamo Bergamo per spostarci sulla costa della Liguria. 
Destinazione: Genova.

Oggi parleremo della Sampdoria.

LA DORIA: MARINAI DEL CALCIO

http://it.soccerway.com/teams/italy/uc-sampdoria/


Cosa si nasconde dietro lo stemma e la storia della Sampdoria? Ecco i 3 segreti da svelare:


1)I COLORI E IL NOME
L'Unione Calcio Sampdoria nasce il 12 agosto 1946. Come nel caso dell'Atalanta, prende vita dalla fusione di due compagine, tra le più antiche nel nostro calcio: la Sampierdarenese, risalente al 1899, e l'Andrea Doria, fondata nel 1900.
La neonata squadra riceve in dono sia un nome che colori nuovi. Mamma e papà offrono parti uguali del proprio patrimonio genetico-calcistico. Samp-Doria è la combinazione fonetica che più affascina, e i colori si accostano senza escludere nessuno. Il rosso-nero della Sampierdarenese sposa il bianco-blu dell'Andrea Doria. Un poker di colori, a formare un anello di tre strisce orizzontali su sfondo blu con sul cuore lo scudo di San Giorgio (simbolo di Genova), che avrebbe portato al soprannome di "blucerchiati".


2)L'IMMAGINE
Di chi è la silhouette scura che domina il simbolo della squadra ligure? In onore alla storia marinara della città, si è scelto di porre il profilo di un tipico pescatore genovese, in dialetto chiamato "baciccia" (un diminutivo di "Giovanni Battista Perasso", figura storica di patriota nella Genova del '700). I tratti caratteristici sono la barba, il berretto e la pipa. Proprio quest'ultimo elemento è stato oggetto di discussione nel 2009, quando il centro antitabacco genovese della ASL chiese che venisse tolto in quanto esempio negativo.
L'ultima parola spettò al presidente Riccardo Garrone. Niente rimozione, perchè l'oggetto ha valore ornativo: il marinaio del logo stringe fra le labbra una pipa spenta.


3)CONGIUNTURA ASTRALE
A volte il destino, pure del calcio, può essere letto nelle stelle.
La Sampdoria, nata l'11 agosto, è di segno leone. Si dice che questo segno non abbia vita facile a relazionarsi con i gemelli, e la storia della squadra genovese sembra darne conferma. Infatti, le 4 volte che la Sampdoria è retrocessa in B sono cadute in anni con le cifre finali gemelle: 1966, 1977, 1999 e 2011. A questo punto, consiglio ai tifosi blucerchiati di partite subito con gli scongiuri per il 2022!


lunedì 24 marzo 2014

DOMENICA BESTIALE: DAL TABU' "GEMELLO" AI MAL DI TESTA TEDESCHI



Cari lettori,
eccoci ancora qui, a cominciare una nuova settimana, la prima di primavera.

E per partire bene in questa nuova girandola di impegni, perché non dare uno sguardo a quanto appena passato in questa domenica calcistica?

Tanti fatti sono accaduti, ma come sempre mi concentrerò su tre incontri particolarmente interessanti da analizzare. Pronti? Partiamo!

INTER-ATALANTA 1-2
Ne "La Storia Infinita", il protagonista Atreiu si trova a dover superare la prova della Porta a Specchio. In essa, egli ci rivedrà riflessa non la sua immagine esteriore, bensì quella interiore.
Beh, se l'Inter doveva fare i conti con la sua alter ego di serie A, ha fallito la prova.

La Dea ha colpito. Quella atalantina, certo, ma anche quella della fortuna. Perchè se è vero che i bergamaschi sono abituati a sorprendere i propri gemelli cromatici di Milano (con questa fanno 3 vittorie negli ultimi 7 incontri), è pure vero che questa partita rappresenti appieno quanto la squadra di Mazzari abbia un conto in sospeso con la buona sorte: unica squadra con 0 rigori a favore e ieri 3 legni colpiti.

Per l'Inter si interrompe una striscia di 6 risultati utili (non perdeva dal 3-1 contro la Juventus del 2 febbraio), e si allontana il quarto posto occupato da una Fiorentina capace di sbancare il San Paolo di Napoli.

Per gli altri nerazzurri, quelli di Bergamo, quota salvezza 40 punti raggiunta (ma probabilmente quest'anno per aggrapparsi alla serie A basterà anche meno), e quarta vittoria consecutiva.
Si preannuncia un fine campionato ad andatura lenta….oppure no? In fondo, l'Europa dista 7 punti. Troppi?



TOTTENHAM-SOUTHAMPTON 3-2
Gli Hot Spurs si saldano in testa al terzetto di squadre in lotta per l'Europa che conta un pochino meno; quell'Europa League appena lasciata, sbattuti fuori da un Benfica lanciato all'inseguimento della sua seconda finale consecutiva nel torneo.
L'Arsenal quarto, e con una gara in meno, dista 6 lunghezze; meglio quindi guardarsi dietro, dove scalpitano Everton e Manchester United.

Il gol vittoria arriva nei minuti di recupero grazie all'islandese Sigurdsson. Con questo fanno 4 gol in stagione per lui, tutti pesanti: oltre al punto vincente di ieri, il giocatore ha messo lo zampino nell'1-1 contro il Chelsea del 28 settembre scorso e graffiando 2 volte nel 2-0 col Norwich. In tutte queste occasioni, giocando davanti al proprio pubblico: l'aria di casa gli fa bene.

Southampton che fallisce nel tentativo di infilare la terza vittoria consecutiva, tripletta mai ottenuta in questa stagione. In classifica continua a ballare fra l'8° e il 9° posto, limbo della classifica in cui è entrato alla 16esima giornata (dopo un grande inizio, che l'aveva portata ad occupare il terzo posto dopo 11 partite) e da cui non riesce a staccarsi.
Il Southampton si trova a +20 dal terzultimo posto e a -11 dal piazzamento europeo. Può quindi un campionato tranquillo essere l'obiettivo più realistico da perseguire?




BAYER LEVERKUSEN-HOFFENHEIM 2-3
Le aspirine tedesche non riescono proprio ad uscite dalla crisi.
Con questa si arriva a 8 sconfitte negli ultimi 9 incontri, fuori dalla Coppa di Germania e dalla Champions League. L'ultimo squillo risale all'1-0 contro il Borussia Monchengladbach del 7 febbraio; proprio la squadra che ora sta mordendo alle caviglie dei rossoneri, messi nel mirino a distanza -2.
Il Bayer era riuscito a mantenere una sorprendente seconda posizione (che equivale al ruolo di capolista nel campionato tedesco degli umani, visti i numeri spaziali del Bayern Monaco) per 10 giornate consecutive (dalla 13esima alla 22esima). Da allora, una flessione preoccupante l'ha portata ai bordi dei piazzamenti Champions: il rischio di gettare al vento quanto di buono fatto finora è concreto.

Hoffenheim che consuma una personale vendetta calcistica: all'andata, fra le mura amiche, fu il Leverkusen ad imporsi, ma grazie ad un gol fantasma di Kiessling: la palla entra attraverso un buco della rete, e l'arbitro convalida nonostante la palla sia entrata dal lato della porta.
Nel match incriminato, l'Hoffenheim segnò l'inutile gol dell'1-2 al minuto 88. Allo stesso minuto, questa volta, è arrivata la rete del sorpasso per 2-3: scherzi del destino?

domenica 23 marzo 2014

5 VOLTE 5: COMPLEANNO A SUON DI STATISTICHE


Cari miei lettori, oggi voglio rendervi partecipi della mia gioia per aver raggiunto un quarto di secolo.
Oggi, 25 anni fa, venivo al mondo.  Pro Stats Football ha appena due settimane, ma sono convinto che con il vostro aiuto potrà diventare grande.

Per festeggiare con voi i miei 25 anni, voglio ripercorrere quei dati che legano il calcio a doppio filo con questo numero.

NEL QUARTO DI CAMMIN DI NOSTRA VITA
A 25 anni….

-Cristiano Ronaldo aveva conquistato 11 trofei: 1 supercoppa di Portogallo, 1 Coppa d'Inghilterra , 2 Coppe di Lega inglese, 3 campionati inglesi consecutivi, 2 Community Shield, 1 Champions League  e 1 Mondiale per club.
A livello personale aveva già raccolto un'accoppiata Pallone d'oro/FIFA World Player (2008), e si apprestava a fare sfracelli nel Real Madrid.

-Lionel Messi ne poteva annoverare più del doppio, la sua bacheca virtuale essendo già riempita con 23 trofei: 6 campionati spagnoli, 6 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe di Spagna, 3 Champions League, 2 Supercoppe UEFA, 2 Coppe del mondo per club, 1 Campionato del mondo Under-20 e 1 Oro olimpico.
Nella sua personale bacheca invece trovavano già posto 1 FIFA World Player e 2 Palloni d'Oro, che sarebbero diventi 4 due anni dopo.

AT LAST
25 anni dopo: il Napoli conquistò la Coppa Italia 2011-2012 a cinque lustri esatti dallo scudetto di Maradona e co. del 1987

ALL OVER THE WORLD
Lutz Pfannenstiel, ex portiere tedesco, ha giocato vestendo la maglia di ben 25 squadre, provenienti da tutti i 5 continenti.

DAL DISCHETTO 
Samir Handanovic, portiere sloveno dell'Inter, ha finora parato 25 rigori sugli 80 assegnati contro le sue squadre: una media "repulsiva" di 33,75%.

Mai sentito della Coppa della Repubblica in Albania? Forse no, ma questa non potete perdervela.
 Ottavi di finale dell'edizione 1963: la doppia sfida fra Apolonia Fier e Korabi Peshkopi finisce ai rigori, risolti dopo una lotta estenuante per….indovinate? 25 a 24!



sabato 22 marzo 2014

BOMBER DI RAZZA: IL TRIDENTE DELL'INTER


Siamo giunti al sabato, il primo della nuova rubrica del weekend:

BOMBER DI RAZZA!

In questo appuntamento della sezione "analisi settimanale", andremo alla scoperta del podio dei capocannonieri delle squadre più importanti del nostro calcio.

Preparatevi allora, e allacciate le vostre cinture: sta per partire la macchina del tempo del pallone!

Per cominciare, parleremo della squadra che detiene il record di unica compagine a non essere mai retrocessa: INTER.

3°- Roberto Boninsegna

LA STORIA
"Bonimba", come veniva chiamato l'attaccante mantovano da Gianni Brera, occupa il gradino più basso di marcatori più prolifici in nerazzurro.
Pensare che proprio l'Inter, all'inizio della sua carriera, lo mandò via: troppo acerbo, secondo l' allenatore Helenio Herrera, che lo esclude da quella che diventerà la Grande Inter anni '60.
Stagioni passate a farsi le ossa in giro per l'Italia (Prato, Potenza, Varese e Cagliari) a anche oltreoceano (Chicago Mustangs).
All'Inter tornerà nel 1969, e ci resterà per 7 anni.

I NUMERI IN NERAZZURRO
-171 gol in 281 presenze
-1 scudetto (1970-1971)
-2 volte capocannoniere di serie A (nella stagione 1970-1971 con 24 gol e nella stagione 1971-1972 con 22)
-1 volta capocannoniere di Coppa Italia (nella stagione 1971-1972 con 8 gol)


2°-Alessandro Altobelli

LA STORIA
L'attaccante, originario di Sonnino, ha il nerazzuro stampato sul petto fin da principio, ma si tratta di quello del Latina, con cui cresce nelle giovanili.
Il Brescia lo nota nel 1974, e gli offre un ambiente in cui poter operare la propria maturazione calcistica.
Correva l'anno 1977: mentre nella capitale parte la prima edizione dell' "Estate Romana", per il giocatore laziale arriva la chiamata dall'Inter: con il biscione "Spillo" Altobelli passerà 11 anni, ricchi di successi e soddisfazioni.
I NUMERI IN NERAZZURRO
-209 gol in 466 presenze
-1 scudetto (1979-1980)
-2 Coppe Italia (1977-1978 e 1981-1982)
-1 volte capocannoniere di Coppa delle Coppe (nella stagione 1978-1979 con 7 gol)
-1 volta capocannoniere di Coppa Italia (nella stagione 1981-1982 con 9 gol)

Siamo giunti alla prima posizione, occupata da un'autentica leggenda del calcio e da molti considerato il giocatore italiano più forte in assoluto. Sto parlando di…

1°-Giuseppe Meazza


LA STORIA
 Rispetto a quello di Boninsegna e Altobelli, qui parliamo di un calcio agli albori. E a differenza dei due giocatori sopra citati, Meazza è un milanese doc. La sua vita comincia nel quartiere di Porta Vittoria, la sua carriera di calciatore sui campini a rincorrere un pallone fatto di stracci.
Per uno strano scherzo del destino, quello che sarebbe stato il più grande marcatore dell'Inter ebbe la possibilità di essere reclutato in tenera età dagli arci rivali del Milan. Peccato che i selezionatori lo giudicarono di corporatura troppo mingherlina, e così lo scarto rossonero fu raccolto dall'Inter, che ebbe fra le mani un 14enne destinato a fare la sua storia. 
Le sue giocate esaltarono Fulvio Bernardini, che ne parlò un gran bene a mister Árpád Weisz. Questi rimase così colpito da portarlo in prima squadra a 16 anni, facendo esordire il ragazzo solo un anno più tardi nella Coppa Volta. Un esordio col botto il suo, con una tripletta alla U.S.Milanese: l'inizio di una grande carriera.
I NUMERI IN NERAZZURRO
-241 GOL IN 365 PRESENZE
-2 scudetti (1929-1930 e 1970-1971)
-1 Coppa Italia (1938-1939)
-3 volte capocannoniere di serie A (1929-1930, 31 gol; 1935-1936, 25 gol; 1937-1938, 20 gol)
-3 volte capocannoniere della Coppa dell'Europa Centrale (1930, 7 gol; 1933, 5 gol; 1936, 10 gol)