mercoledì 19 marzo 2014

SAMUEL ETO'O: UN "VECCHIETTO" CUOR DI LEONE




Ieri sera il Chelsea è riuscito a respingere l'attacco dell'armata turca di mister Mancini, e ad approdare ai quarti di Champions League per la settima volta in 10 anni.
Ma Mourinho, nel superare il Galatasaray ammazza Juve (ma che aveva già fatto fuori l'anno scorso alla guida del Real Madrid),  ha da ringraziare Samuel Eto'o, autore della prima rete nel 2-0 di Stamford Bridge. 
Già, il tempio del calcio Blues, dove la stessa coppia Samuel-Josè aveva trionfato 4 anni fa, nel cammino verso la terza Coppa Campioni nella storia dell'Inter.
Da allora tantissime cose sono cambiate, ma per il camerunense il tempo sembra essersi fermato.
Andiamo dunque a vedere i numeri più interessanti del quadriennio che ha portato Eto'o a ricongiungersi con lo Special One.

INTER: DAL TRIONFO ALL'ADDIO



Samuel Eto'o è stato uno degli uomini più decisivi nell'anno del Triplete interista.
Arrivato in uno degli scambi più azzeccati dell'era Massimo Moratti (venduto Ibrahimovic al Barcellona per oltre 40 milioni più il bomber africano) ha saputo inserirsi alla perfezione nei meccanismi del mago di Setubal. Il contributo maggiore l'ha forse dato col suo lavoro di sacrificio come terzino aggiunto, ma ha saputo comuque tenere buone percentuali in attacco: in 48 apparizioni Eto'o porta alla causa 16 reti e 7 assist.
L'anno dopo vive la travagliata stagione post Mourinho. Sotto Benitez prima, e Leonardo poi, dà l'impressione di essere un faro luminoso in una squadra che si sta perdendo all'ombra dei fasti della primavera 2010. Torna a fare l'attaccante a tempo pieno, e si vede: in 53 incontri gonfia la rete 37 volte e fornisce 15 assist. Statistiche più che raddoppiate.
Ma poi arriva l'offerta a cui non si può rinunciare, come direbbe Don Corleone. Il milionario Sulejman Kerimov lo vuole per fare grande il suo Anzhi, e gli offre un contratto stellare da 20,5 milioni a stagione (rendendolo il giocatore di calcio più pagato del pianeta all'epoca).
E così, Eto'o saluta Milano. Direzione: Russia.

ANZHI: UNA CORSA SULLE "MONTAGNE RUSSE"




Il 3 volte pallone d'oro africano entra a far parte di un progetto che vuole ricalcare i successi di club come Chelsea e Manchester City, dove ingenti quantità di denaro hanno portato alla creazione di corazzate del calcio.
Purtroppo, come è successo anche all'esperimento Malaga, la squadra del Daghestan vede andare a picco i propri sogni di gloria.
Dopo 2 stagioni passate a buoni livelli (36 gol in 73 partite), Eto'o diventa uno di quei contratti pesanti di cui la formazione russa deve liberarsi nel suo inevitabile processo di ridimensionamento.
Ed è qui che rientra in gioco lo Special One: andatosene da Madrid per aprire il suo secondo capitolo al Chelsea, vede la grande opportunità di riabbracciare un suo fedelissimo, e la coglie.

CHELSEA: IL RITORNO DEGLI "SPECIAL TWO"



La squadra di Roman Abramovic viene da una stagione agrodolce: riesce ad agguantare il piazzamento Champions solo al termine di una grande lotta  tutta londinese con Arseal e Tottenham, soffre l'umiliazione di uscire dalla Champions nella fase a gironi (mai successo, dall'introduzione della formula attuale, ad una detentrice del titolo) ma poi cavalca l'Europa League fino alla finale contro il Benfica e la vittoria del trofeo.

Con il ritorno di Mou e l'arrivo di Eto'o si riforma la grande coppia del 2010 nerazzurro.
Il primato in Premier e i quarti della massima competizione europea indicano che per ora la strada imboccata è quella giusta.
Ma come se la passa il 33enne Eto'o ? Finora, in 30 match, si contano 10 reti e 6 assist. 
Un po' pochini dite? 
Beh, per ora la media realizzativa 2013-2014 è in perfetta linea con 4 anni fa: oggi come allora, il camerunense mette a segno 1 gol ogni 3 incontri. Non male, per questo "vecchietto" del calcio.

Per chiudere, uno sguardo al futuro....

INTER PARTE II?

Dopo l'incontro di ieri, Eto'o ha lanciato parole di amore verso la Milan interista, aprendo ad un possibile bis in nerazzurro.
A decidere, chiaro, dovrà essere Thohir e non Moratti, ma chissà che al tycoon indonesiano non venga la voglia... 

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