mercoledì 9 aprile 2014

"ZLATHAN NEVER": QUANDO VINCERE SEMBRA FANTASCIENZA



Ritenta, sarai più fortunato. 
Potrebbe essere racchiusa in questa frase la storia di uno dei giocatori più impressionanti del nostro tempo, ma al contempo tra i più "assurdi": Zlatan Ibrahimovic, l'uomo dai mille scudetti…e zero Champions.

Ieri sera il suo Paris Saint Germain è stato sbattuto fuori dal Chelsea di Mourinho, capace di vincere per 2-0 e ribaltare così il 3-1 dell'andata al Parco dei Principi. È la seconda volta che lo Special One elimina Ibra dalla competizione: nel 2010 al comando dell'Inter del Triplete, quest'anno alla guida dei Blues di Londra. 4 anni fa lo svedese non riuscì a incidere contro i nerazzurri; questa volta ci si è messo di mezzo pure un infortunio che gli è costato la gara di ritorno, costringendolo ad assistere impotente alla disfatta dei suoi in mondovisione. 

Ho definito Ibrahimovic un giocatore dalla storia "assurda". Ora vi spiego perchè.

RE DELLE NAZIONI
Fin dai tempi dell'Ajax, lo svedese ha dimostrato di essere un valore aggiunto nei vari campionati ai quali ha partecipato  in giro per l'Europa.
Dal 2001 a oggi, Ibrahimovic ha vinto 10 titoli nazionali fra Eredivisie, Serie A, Liga e Ligue One, di cui 8 consecutivi (sebbene vi sia nel mezzo lo scudetto revocato alla Juventus e quello assegnato a tavolino all'Inter dell'anno successivo). Quest'anno potrebbe raggiungere quota 11, dato che il suo PSG è saldamente in testa alla classifica francese con 7 punti di vantaggio sul Monaco a 6 giornate del termine.

Parlando di gol, negli ultimi 13 anni Zlatan ha collezionato 228 reti in 411 partite (media di 0.55, circa 1 gol ogni 2 incontri), vincendo la classifica cannonieri della Serie A 2 volte di fila e quella di Ligue One l'anno scorso. 

Insomma, numeri da grandissimo. Da leggenda. Se non fosse che….



MALEDIZIONE CHAMPIONS, PER IL MAGO DEL PALLONE

"Ibracadabra" ha storicamente riservato i suoi trucchi migliori per i campionati. In coppa, la magia sembra perdersi un po', soprattutto quando il gioco si fa duro.

Ecco come stanno le cose: Ibrahimovic non è mai riuscito a vincere la Champions League. Non è mai neppure arrivato in finale (il suo massimo è stata la semifinale già citata contro l'Inter).

E lo score delle segnature? Il rendimento cala (40 reti in 107 partite: media di 0.37), ma ciò che colpisce è la distribuzione di questi gol: 32 Ibra li ha messi a segno nelle fasi a gironi (o nei preliminari), solo 8 (il 20%) nelle sfide eliminatorie successive.
Si capisce, quindi, perchè di lui si dica spesso che è grande con le deboli e debole con le grandi.



IL TEMPO PASSA PER TUTTI 

E' vero che la mancanza di titoli internazionali non priva Ibra di un posto nell'Olimpo del calcio. Nella lista dei 23 candidati all'ultimo pallone d'Oro, che rappresenta l'elitè del calcio europeo, escluso Zlatan sono 8 i giocatori che non hanno ancora messo in bacheca un titolo europeo. Ma tra questi, Ibrahimovic risulta essere il più vecchio: oltre all' astro nascente Eden Hazard (classe '91), ci sono i 24-enni Gareth Bale e Edison Cavani, i 25-enni Mesut Ozil  e Robert Lewandowski e il 27-enne Luis Suarez. Per non parlare di Neymar, 22 anni e già in grado quest'anno di uscire da questa "black list" col suo Barcellona. Il giocatore che più si avvicina ad Ibra è il suo compagno di squadra Thiago Silva, che a settembre compirà 30 anni.
Zlatan Ibrahimovic il prossimo ottobre ne farà 33. Finora ha girato invano le maglie di 5 top club (non me ne voglia l'Ajax), e la stagione 2014-2015 lo vedrà tentare, per la 10ma volta in carriera, la scalata al trono d'Europa.


Quella finale di Champions League si disputerà il 6 giugno nell'Olympiastadion di Berlino, una prima per la capitale tedesca. Che possa essere allora la volta buona per il gigante svedese?

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